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      Gli storici dell'attuale regno di Napoli conservarono per lo spazio di più secoli una notabile superiorità sul resto dell'Italia; la quale si fa pure sentire quando confrontasi il poema di Guglielmo il Pugliese intorno alle conquiste de' Normanni cogli altri poemi storici di cui abbonda quest'età più d'ogn'altra(433). I poemi storici d'un secolo barbaro sono i più nojosi e ributtanti documenti che ci è forza di leggere per pescarvi i fatti storici. Lo scrittore incapace di porre ne' suoi scritti vera poesia, pare che non siasi presa la cura di dare un ordine simmetrico alle sue parole, che per ispogliare d'ogni armonia il suo stile e togliere la libertà ai suoi pensieri. Giammai dice quello che vorrebbe dire, nè mai soddisfa con quello che dice: e siccome pare aver presa cura d'escludere i numeri ed i nomi proprj da' suoi versi, o d'esprimere gli uni e gli altri in un modo classico, non parla che con enigmi, e fa tanto penare per intenderlo, quanto è il dispetto che si prova del pochissimo che s'impara quando si è inteso.
      Tutti i primi storici dell'Italia erano o prelati o monaci. Soltanto nell'undecimo secolo alcuni laici cominciarono altresì a scrivere la storia, quando i progressi dell'agiatezza nelle città diedero opportunità d'applicarsi agli studj, quando l'influenza che i cittadini andavano acquistando nel governo dello stato fece loro prendere maggiore interessamento ai pubblici affari. I due primi storici delle città sono Arnolfo e Landolfo il vecchio di Milano, che ambedue vissero verso la metà del secolo XI, quando vi s'agitavano le dispute intorno al matrimonio dei preti.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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