O sia per conto dell'esattezza, o per l'interesse della loro narrazione, non meritano troppo onorevole ricordanza; ma la natura medesima della loro storia è una prova della crescente importanza delle città, comprendendo i tempi delle prime contese tra la nobiltà ed il popolo; contese che modificarono la costituzione delle nuove repubbliche.
Abbiam già parlato nel secondo capitolo della lite de' valvassori, o gentiluomini coll'arcivescovo Eriberto e la plebe milanese, ed abbiamo detto che terminò del 1039 all'epoca della morte di Corrado, in forza delle nuove leggi promulgate da questo imperatore intorno ai feudi. Le città lombarde approfittarono assai di questa pace, perchè molti gentiluomini, e specialmente i meno potenti, domandarono ed ottennero la cittadinanza delle più vicine città, ponendosi essi ed i loro feudi sotto la protezione di queste recenti comuni, le quali meglio d'ogni altro membro dello stato sapevano far rispettare i loro amici. I gentiluomini con tali adozioni acquistaronsi una patria, che il regno lombardo, nella sua attuale dissoluzione, non poteva loro offrire; ed in ricompensa le città ebbero distinti cittadini, ne' quali il valore sembrava ereditario, e che collo splendore della loro nascita, e col loro desiderio della gloria resero illustri gli altri cittadini divenuti loro eguali.
Merita d'essere considerata la condotta delle nuove repubbliche verso i conti rurali, ed i gentiluomini del loro territorio. Molti di questi non avevano voluto seco allearsi, o ricevere il diritto di cittadinanza.
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Eriberto Corrado
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