Le loro guerre incominciarono sempre con leggieri scaramucce tra le popolazioni vicine, che in tempo delle messi danneggiavano le campagne nemiche. Riscaldati dalle fresche offese gli antichi odi, solevano sfidarsi a battaglia in un luogo e giorno determinati, in cui gli uomini de' due Stati atti alle armi andavano tutti col loro carroccio contro al nemico. Presso questi repubblicani la bravura teneva sola luogo d'ogni arte militare, ed una sola battaglia chiudeva d'ordinario la campagna e la guerra. Siccome le due parti non aspiravano che all'onore del trionfo, cercavan meno d'esterminare il nemico, che d'insultarlo e d'avvilirlo. I Milanesi avendo del 1108 battuti i Pavesi, e fatti loro moltissimi prigionieri, li condussero nella pubblica piazza, ove, poichè ebber loro legate le mani al di dietro, ed appesovi un lumicino, permisero loro di tornare alle proprie città, accompagnandoli per breve tratto di strada colle fischiate2.
Non però tutte le guerre terminavano con sì poco danno. Milano era chiuso dai territorj di sette repubbliche; Como, Novara, Pavia, Lodi, Cremona, Crema e Bergamo: delle quali la più lontana, Cremona, trovavasi a sole cinquanta miglia di distanza. Crema più debole delle altre erasi posta sotto la protezione de' Milanesi, e formava, per così dire, parte del loro Stato. La comune sicurezza riuniva le altre contro Milano, la quale, quando potesse momentaneamente disunirle, era sicura di opprimere le più deboli: e siccome veruna stabile alleanza legava le sei città, e la pace e la guerra erano ugualmente cagione di frequenti separazioni, i Milanesi ebbero ben tosto opportunità di combatterle separatamente, ed incominciarono col dichiarar guerra a Lodi l'anno 11073.
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