Dall'altra banda Anacleto s'impadroniva colle armi alla mano delle basiliche di s. Pietro, di Santa Maria Maggiore, e di tutte le chiese di Roma. Onde Innocenzo, cedendo a forze tanto superiori, fuggiva a Pisa, di dove visitò in seguito la Francia e la Germania. Aveva egli determinato Lotario ad intraprendere il viaggio di Roma per ricevervi la corona imperiale, sperando poi col di lui soccorso di potersi a forza impadronire della sede pontificia: ma l'estrema debolezza cui Lotario era stato ridotto dalla guerra civile, fece conoscere ad Innocenzo che doveasi prima dar la pace all'Impero che alla Chiesa (1132).
(1134) Nel 1134, tornato Lotario in Germania, vi fu finalmente riconosciuto imperatore. I due fratelli di Hohenstauffen, avviliti per la perdita di Ulma, risolvettero di domandare la pace. Il primo a tornare in grazia dell'imperatore fu Federico di Svevia, riconciliatosi (1135) in marzo del 1135, e seguìto poco dopo da Corrado, il quale, avendo rinunciato alla dignità reale, fu ammesso da Lotario a comandare di conserva l'armata che meditava di portare in Italia34.
(1136) Abbiamo già parlato nel quarto capitolo di questa nuova discesa in Italia, nella quale Lotario e Corrado si mostrarono agl'Italiani più onorevolmente che non avevan fatto tre anni prima. I Milanesi ed i Parmigiani accolsero l'imperatore come si conveniva alla sua dignità, ed alla loro ricchezza; onde Lotario li trattò più amichevolmente dei Pavesi e dei Cremonesi, che, quantunque suoi alleati, lo avevano in addietro così freddamente soccorso.
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