Su questo monte sacro all'antica libertà dimora anche al presente il senatore di Roma, troppo debole immagine de' padroni del mondo. Posto tra l'antica e la moderna città, pare che il senatore appartenga ancora agli antichi gloriosi tempi, e faccia parte delle sue ruine; siccome la colonna isolata che vedesi innanzi al suo palazzo, ricorda la grandezza e la maestà del tempio di Giove, cui appartenne42.
Innocenzo II sentì tanto vivamente questa sommossa del popolo, che cadde infermo, e morì pochi giorni dopo (1144). Il breve papato di Celestino II suo successore non gli permise di porre limiti al sempre crescente potere de' cittadini, i quali sotto il pontificato di Lucio II posero l'ultima mano alla loro costituzione, sostituendo al prefetto della città, nominato dal papa, un nuovo magistrato incaricato della presidenza del senato e della rappresentanza della repubblica, col titolo di patrizio di Roma. I Romani nominarono a così grande dignità Giordano, figliuolo del celebre Pietro Leone, e fratello del defunto antipapa Anacleto43.
La città dividevasi in tredici rioni; ed i cittadini di ogni rione nominavano tutti gli anni dieci elettori, i quali avevano la facoltà di scegliere i cinquantasei membri che componevano il senato. Se dobbiamo giudicarne dall'interessamento che la nobiltà prendeva a favore del governo repubblicano, pare che i senatori fossero gentiluomini. E siccome i più ragguardevoli aggiungevano al titolo di senatore quello di consigliere, è da credersi che il patrizio avesse un consiglio privato, forse formato per turno di tutti i membri del senato.
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