Pagina (34/316)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ordinava intanto alle due parti di deporre le armi, e faceva che i Milanesi lasciassero liberi i prigionieri pavesi: in appresso avendo manifestata la sua intenzione di avvicinarsi a Novara prima di nulla decidere intorno alle lagnanze di Como e di Lodi, chiese ai consoli di Milano di condurlo essi medesimi a traverso al loro territorio.
      La strada che naturalmente doveva tenere l'armata, fu quella che i consoli di Milano avevano indicata, la quale attraversava, in linea quasi retta per lo spazio di circa cinquanta miglia, Landriano, Rosate e Trecate, ov'era il ponte sul Ticino. Ma su questa medesima linea appunto eransi pochi mesi prima battuti in più riprese i Milanesi ed i Pavesi; di modo che la campagna era stata rovinata: e perchè i Tedeschi prendevano, senza pagare, non solo gli oggetti di cui abbisognavano, ma gli animali ed i mobili, i paesani fuggivano innanzi a loro, e lasciavano deserti i paesi per cui l'armata doveva passare. La prima notte l'esercito di Federico s'accampò innanzi a Landriano, ove trovò appena di che nutrirsi. Arrivò il susseguente giorno a Rosate, e perchè le dirotte piogge ne rendevano difficile la marcia, fece alto quarantott'ore presso a quel castello. I Milanesi non avevano calcolato tale ritardo, e le provvisioni colà preparate essendosi consumate il primo giorno, l'armata trovossi senza viveri. Lo stesso Ottone di Frisinga osserva che il principe ed i soldati, travagliati dalle non interrotte piogge, erano insofferenti e di cattivo umore, ed incolpavano perciò i Milanesi dell'avversa stagione62. La sera del secondo giorno Federico ordinò ai loro consoli d'allontanarsi dal campo e di sottrarsi alla reale indignazione; soggiungendo di far subito evacuare il castello di Rosate, ove trovavansi cinquecento soldati, onde la sua truppa potesse valersi dei viveri della guarnigione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





Milanesi Novara Como Lodi Milano Milano Landriano Rosate Trecate Ticino Milanesi Pavesi Tedeschi Federico Landriano Rosate Milanesi Ottone Frisinga Milanesi Federico Rosate