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      Il principe Roberto di Capoa tradito dal suo vassallo Riccardo dall'Aquila, conte di Fondi, era stato dato in mano di Guglielmo re di Sicilia, che, dopo averlo barbaramente privato della vista, lo aveva fatto perire nelle prigioni di Palermo94. I Greci che sostenevano il suo partito, ed erano alleati dell'imperatore d'Occidente e del papa, furono battuti a Brindisi95, e quasi tutti i baroni ribelli della Puglia presi e mandati al supplizio, o posti in ferri: per ultimo papa Adriano, spaventato dai prosperi successi d'un nemico così vicino e tanto potente, aveva fatto pace con Guglielmo, ed abbandonati alla sgraziata loro sorte tutti coloro che per suo ordine, e per i suoi vantaggi, eransi esposti a tanti travagli e pericoli96. Accordò al re Guglielmo l'investitura della Sicilia, del ducato di Puglia, del contado di Capoa, di Napoli, di Salerno, d'Amalfi, e della Marca. Il trattato venne segnato a Benevento nella state del 1156, meno d'un anno dopo che Federico aveva ricevuto la corona imperiale a Roma dalle mani del papa97.
      Questo monarca doveva bensì prevedere che il Pontefice dopo una pace, forzatamente fatta, conserverebbe qualche riconoscenza per il principe che lo aveva protetto; ma non già che Adriano, dopo essersi riconciliato col re normanno, non meno potente alleato, che temuto nemico, cercherebbe pretesti di umiliarlo. Alcuni signori tedeschi avendo arrestato un arcivescovo di Svevia, il papa scrisse all'imperatore per ottenere giustizia dell'oltraggio fatto alla Chiesa.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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