I Milanesi informati dell'avvicinamento di quest'armata, destinata a soggiogarli, avevano tutto disposto per una vigorosa resistenza. Avevano in particolare cercato d'assicurarsi della fedeltà e dell'ubbidienza de' Lodigiani, di cui avevano ragione di temere. Le precauzioni prese a tale oggetto sono una luminosa prova della buona fede degl'Italiani nel dodicesimo secolo. Non chiesero ostaggi, nè posero guernigioni nei loro castelli, ma andati a Lodi i consoli di Milano nel mese di gennajo, chiesero che tutti gli abitanti del distretto, senza eccezione, giurassero di ubbidire in ogni cosa agli ordini del comune di Milano. I Lodigiani che avevano nel loro cuore stabilito di sottrarsi a quella città, non vollero giammai prestare un giuramento che ne avrebbe loro tolti i mezzi; si lagnarono che nella formola del giuramento non era espressa la condizione, salva la fedeltà dovuta all'imperatore, lo che essi ritenevano necessario per la tranquillità della loro coscienza, essendo da precedente giuramento legati a questo monarca103. I consoli per ridurli all'ubbidienza marciarono contro di loro alla testa delle milizie milanesi, e gli tolsero i loro mobili, senza che questi opponessero la più piccola resistenza. Passati due giorni, ultimo termine loro accordato, i Milanesi presentaronsi di nuovo innanzi alle borgate di Lodi; ma tutti gli abitanti, uomini, donne, fanciulli, avevano abbandonate le proprie case, ed eransi rifugiati a Pizzighettone. I Milanesi, dopo averle saccheggiate, le incendiarono104.
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