I Milanesi avevano posti mille cavalli al ponte di Cassano, il solo che avevano lasciato sull'Adda, che, ingrossata dallo scioglimento delle nevi, sembrava sufficiente a difendere il loro territorio, come l'aveva altre volte difeso contro le incursioni de' Cremonesi. Ma il re boemo, scendendo lungo l'Adda fino a Carnaliano, ove il fiume è più largo, lanciossi in acqua alla testa della sua cavalleria, ed ora guadando, ora nuotando giugne all'opposta riva perdendo in questo tragitto duecento uomini sopraffatti dalla corrente107. Alcuni distaccamenti di Milanesi che marciavano lungo il fiume incontrarono il re di Boemia che si avanzava verso Cassano. Diedero questi il segno d'allarme alla cavalleria destinata alla difesa del ponte, e che, trovandosi esposta ad essere presa alle spalle, non poteva senza pericolo restare in quella posizione: onde ripiegò subito verso Milano lontano poco più di dodici miglia dal fiume; e gli abitanti della campagna, sentendo che i nemici erano penetrati nel loro territorio, s'affrettarono di ripararsi entro le mura della città, cacciandosi avanti i loro bestiami, e trasportando i più preziosi effetti: e, come suole accadere, per iscusare la loro paura, esagerando il numero de' nemici, accrebbero quella de' loro concittadini.
Poi ch'ebbe passato il ponte di Cassano col rimanente dell'armata, Federico, invece d'avanzarsi sopra Milano, attaccò e prese il castello di Trezzo, indi quello di Melegnano, poi andò fino al fiume Lambro sulle di cui rive era posta l'antica città di Lodi.
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