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      Per ultimo offerse la sua mediazione per trattar la pace tra Milano ed i suoi alleati da un lato, e dall'altra parte le città di Cremona, Pavia, Novara, Como, Lodi e Vercelli, con patto che fossero dalle due parti rilasciati i prigionieri: sul quale ultimo articolo acconsentì che nel caso che non potessero aver felice esito le trattative di pace, gl'Italiani potessero ritenere i rispettivi prigionieri, senza ch'egli avesse diritto di lagnarsene118.
      Ben lungi che la costituzione repubblicana di Milano e delle altre città dipendenti dall'alta signoria dell'Impero fosse riconosciuta dalle leggi, queste città non aspiravano nemmeno apertamente all'indipendenza, ritenendo che il giuramento di fedeltà all'imperatore era una formalità di obbligo, e che per antico costume dovevasi pagare al medesimo una somma di danaro qualunque volta veniva in Italia; onde la tassa di nove mila marche imposta in quest'occasione ai Milanesi non doveva sembrar loro esorbitante. La liberazione di Lodi e di Como era il solo articolo oneroso di questo trattato, sembrando gli altri convenuti tra uguali potentati119; di modo che il trattato smentisce in parte il racconto degli storici imperiali, i quali mostrano Federico in quest'impresa sempre accompagnato dalla vittoria. Se i successi non fossero stati compensati dalle perdite non è supponibile che i Milanesi avessero potuto ottenere così vantaggiose condizioni. Ma in tutto questo periodo non possono consultarsi che scrittori parziali di Federico120.
      Tale convenzione fu sottoscritta il giorno 7 di settembre, e non molto dopo l'imperatore si trasferì a Roncaglia per presiedere la dieta del regno d'Italia, alla quale intervennero ventitrè tra arcivescovi e vescovi delle principali diocesi, molti principi, duchi, marchesi, e conti, i consoli ed i giudici di tutte le città. L'imperatore aveva con lui quattro legisti bolognesi, discepoli di Guarnieri, che in sul cominciar del secolo aveva introdotto nello studio di Bologna la scuola di giurisprudenza.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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