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      La fece perciò ritrocedere e staccarne gli ostaggi che la ricoprivano coi loro corpi; de' quali ne furono trovati nove morti, quattro milanesi e cinque cremaschi, e tra i primi uno de' Posterla, ed un Landriano, due delle principali famiglie di quella città; tra gli ultimi un giovane ecclesiastico. Altri due ostaggi erano gravemente feriti; molti erano tuttavia illesi136.
      Nè queste furono le sole atroci azioni che infamassero l'assedio di Crema; ma il dovere di storico non mi forza ad intrattenermi più lungamente in mezzo a così ributtanti memorie.
      I Milanesi che desideravano divertire dall'assedio di Crema parte delle forze imperiali, assediarono il castello di Manerbio, che possedevano i Tedeschi sul lago di Como; ma furono costretti a ritirarsi da certo conte Goswino che con un corpo di truppe era stato spedito dall'imperatore in soccorso di Manerbio, e vi perdettero molti uomini. In pari tempo furono posti al bando dell'impero i Piacentini per avere approvigionato di viveri Milano e Crema137.
      Erano più di sei mesi che quest'ultima città era stata cinta d'assedio, nè l'imperatore si lasciava muovere dall'asprezza dell'inverno a renderlo men vivo. Fece riparare la torre mobile che gli assediati avevano rispinta, e costruirne un'altra, che, a fronte della più ostinata resistenza, furono portate in tanta vicinanza della muraglia, che i balestrieri soprastavano agli assediati. (1160) Ma ciò che gli diede maggior speranza di condurre l'impresa a felice fine, fu il tradimento di Marchese, principale ingegnere de' Cremaschi, il quale, passato essendo nel campo imperiale, presiedette alla costruzione di nuove macchine contro quella città, che aveva fin allora lungo tempo difesa138. Egli consigliò l'imperatore a mettere sulle torri i migliori soldati, ed i balestrai nella parte più elevata, perchè, dominando le mura, facessero ritrarre gli assediati dalle difese, mentre il fior de' guerrieri getterebbe dal primo piano i ponti sulle mura.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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