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      Ed in fatti essi avevano ancora armi e viveri senza poterne far uso per salvezza della loro libertà. Il console pose fine al suo parlare, chiedendo che, poichè il vittorioso imperatore era pur determinato di castigare i suoi concittadini, non volesse almeno darli in mano ai loro più feroci nemici, i Cremonesi.
      Finalmente Federico si lasciò piegare ad offrir loro alcune condizioni, che vennero subito accettate. Permetteva loro di sortire dalla città colle mogli e figli, portando in una sol volta sulle proprie spalle quanti effetti potevano. Rispetto alle milizie sussidiarie di Milano e di Brescia, volle che sortissero senz'armi e senza salmeria; ma permise a tutti senza riserva di recarsi dove più loro piacesse.
      In forza di tale convenzione il giorno 22 gennaro del 1160, gli abitanti di Crema, uomini, donne e fanciulli in numero di circa ventimila sortirono da questa sventurata città, avviandosi verso Milano. L'imperatore abbandonò Crema al saccheggio, dopo il quale i suoi soldati appiccaronvi il fuoco, ed i Cremonesi atterrarono poi fino alle fondamenta tutto quanto aveva resistito all'incendio140.141
      Il settembre del precedente anno era morto papa Adriano IV, quando la sua lite coll'imperatore incominciava a farsi viva. Il collegio de' cardinali, riunitosi per dargli un successore, si divise fra due rivali; Rollando originario di Siena, canonico di Pisa, cardinale del titolo di san Marco, e cancelliere della Chiesa, fu eletto dagli uni, mentre dall'opposta fazione fu nominato Ottaviano nobile romano, cardinale del titolo di santa Cecilia.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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