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      La loro armata di quasi cento mila uomini si congiunse a Federico avanti il raccolto, ond'egli postosi alla loro testa potè avanzarsi nel territorio milanese e bruciarne le biade ancora immature fino alla distanza di dodici in quindici miglia dalla città. I Milanesi tentarono più volte inutilmente di scacciare il nemico dal loro territorio, ma rimasero perdenti in quasi tutti gl'incontri147.
      Quando poi in settembre s'avvicinavano a maturità i secondi raccolti, il miglio e le fave148, Federico invase di nuovo il territorio milanese e consumò queste derrate col fuoco, come aveva prima distrutte le biade. In tutto il rimanente della campagna i vantaggi e le perdite si compensarono da ambe le parti; di modo che i soli fatti notabili sono le crudeltà dell'imperatore verso i prigionieri cui faceva tagliar le mani o appiccare.
      Al cominciar dell'inverno, Federico stabilì il suo quartiere a Lodi, facendo in pari tempo fortificare Rivalta Secca e s. Gervasio per tagliare la comunicazione tra Milano, Brescia e Piacenza, di maniera che i Milanesi non potevano procacciarsi le vittovaglie da queste due città. Ad accrescere le angustie di questi, oltre la ruina quasi totale delle loro campagne, s'aggiunse un fatale incendio che consumò due quartieri della città ov'erano posti quasi tutti i granai, talchè in sul cominciar dell'inverno mancavano già i viveri. (1162) L'imperatore, che non ignorava le sventure de' suoi nemici, faceva crudelmente punire coloro che si attentavano d'introdurre vittovaglie in Milano, cosicchè in un solo giorno rimasero senza mani venticinque paesani, che i suoi soldati avevano trovati carichi di munizioni149. Perchè conobbero i Milanesi essere loro impossibile di giungere con sì scarse provvisioni fino al nuovo raccolto, che pure dovevano credere che verrebbe, siccome il precedente, distrutto dai nemici, di modo che ciò che la forza delle armi non ottenne, si consegui dall'onnipotenza della fame.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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