Ma in tempo di queste guerre con Pisa erano i Genovesi interamente travagliati da una civile discordia, di cui lo storico pubblico non ne trascrisse le particolarità per timore di disonorare la sua patria161. Racconta solo che le nobili famiglie degli Avogadi e de' marchesi della Volta, forse rivali in credito ed in potenza, eransi offese, ed avevano strascinati gli amici nella loro contesa. Un marchese della Volta era stato ucciso del 1165, quantunque fosse allora console; e furono ugualmente uccisi nel susseguente anno Rubaldo Barattieri, Sismondo Sismondi, Juscello e Scotto. E perchè l'odio delle due famiglie, rendendosi ogni giorno più vivo, toglieva ogni speranza di accomodamento, i consoli del 1169, per ristabilire la pace tra fazioni sorde alle loro voci, e più del governo potenti, furono costretti di ordire in certo qual modo una cospirazione.
Cominciarono dall'assicurarsi segretamente delle pacifiche disposizioni di molti cittadini che la parentela colle famiglie rivali strascinava loro mal grado nella lite; indi consigliatisi con Ugo, venerabile vecchio loro arcivescovo, fecero avanti giorno chiamare dalle campane del comune i cittadini a parlamento, sperando che la sorpresa e l'allarme di così improvvisa chiamata, in mezzo all'oscurità della notte, renderebbe l'adunanza e più numerosa e più tranquilla. I cittadini nel recarsi a parlamento videro in mezzo alla piazza il loro vecchio arcivescovo circondato da' suoi clerici in abito di cerimonia e con torchie accese in mano, mentre che le reliquie del protettore di Genova s. Giovanni Battista stavano colà esposte, ed i più ragguardevoli cittadini tenevano tra le loro mani le croci supplichevoli.
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