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      Milano e Tortona, che Federico aveva voluto distruggere, rialzavansi più floride che mai dalle loro ruine; ed una nuova città, fondata in onta del suo potere, gli chiudeva la marca del Piemonte, la sola che, dopo la lega della marca veronese, gli rimaneva aperta: finalmente quantunque egli dividesse tra i suoi figli l'eredità de' commilitoni che aveva perduti nella fatale impresa di Roma, infiniti ostacoli incontrava nell'allestimento d'una nuova armata che lo mettevano fuor di speranza di vincere la triplice alleanza che gli opponevano la religione, la libertà ed il clima.
      Da ambo le parti consumaronsi sei anni in approvigionamenti per nuove guerre. Momento importante, momento unico nella successione de' secoli, in cui l'Italia poteva fondare una repubblica federativa; momento sgraziatamente perduto perchè non produsse che una lega passaggiera, una semplice coalizione.
      La circostanza singolarmente favorevole per formare un governo federativo è quella di popoli liberi minacciati da potente invasione. Dove regna la libertà, il principio della forza è l'amor di patria; e quest'amore non è mai così appassionato, nè ricerca l'anima più profondamente che allorquando la patria trovasi chiusa entro stretti limiti, ed entro il ricinto delle stesse mura vi presenta la culla della vostra infanzia, i testimonj, i compagni, i rivali tra i quali dovete distinguervi nella carriera che unica vi è aperta, infine l'intero stato, di cui voi ne dividete la sovranità coi vostri concittadini. Nelle piccole repubbliche ognuno si sforza di elevarsi fino al più alto grado cui può giungere l'uomo; e nelle repubbliche federate finchè la libertà è minacciata da potente nemico, ogni piccolo stato che la compone spiega tutta l'energia di cui è suscettibile.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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