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      Non lentezza nelle deliberazioni, non esitanza nelle misure, perchè un sommo interesse maggiore d'ogni altro riunisce tutti gli animi. È forza difendersi, vincere, rispingere l'invasione, spezzare il giogo del dispotismo. L'entusiasmo, la di cui potenza è sempre superiore a quella d'un governo, comunque forte si creda, riunisce gli stati separati, e dà un centro d'azione, un centro di potenza a quell'ammasso di repubbliche che risguardavasi come sì debole. Le fazioni che sovente dividono le città, si calmano quando possono riuscir dannose alla indipendenza nazionale; o se si agitano ancora, i loro movimenti rimangono stranieri all'amministrazione generale, ed allora poco importa che trionfi l'una fazione o l'altra, perchè la massa del popolo si dirigerà sempre verso lo stesso scopo. Le federazioni che mancano d'unione e di forza allorchè trattasi di conquistare lontane province, fino dalla loro nascita sono eminentemente energiche per difendere la loro libertà199.
      Se diamo un'occhiata alla storia di tutte le federazioni, non ne incontreremo una sola che nata non sia nell'istante di dover respingere l'attacco d'un oppressore; niuna che non abbia trionfato di nemici infinitamente superiori in numero ed in forze. I re macedoni furono vinti dagli Ateniesi, il duca d'Austria dagli Svizzeri, Filippo re di Spagna dagli Olandesi, Giorgio III d'Inghilterra dagli Americani. L'esempio de' Lombardi è ancora più notabile; non ebbero bisogno d'una federazione, ma bastò loro una semplice lega mal organizzata per iscuotere il giogo del più valoroso e potente imperator d'Occidente.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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