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      I membri del congresso avevano il titolo di rettori dell'associazione delle città, e sceglievano tra di loro un presidente201.
      Nell'assenza dell'imperatore la lega acquistò maggior consistenza, e stendendosi202 al mezzogiorno d'Italia ricevette i giuramenti delle città della Romagna, Ravenna, Rimini, Imola e Forlì; le quali per altro non sostennero mai con molto zelo la guerra della libertà.
      L'imperatore intanto non rimaneva affatto inerte; e, mentre andava allestendo una nuova armata per invadere la Lombardia, cercava con segrete pratiche di separare gli alleati che voleva attaccare. Si provò pure d'entrare in privati trattati col papa, o con Guglielmo re di Sicilia, o con ciascuna delle città; ma tutte le proposizioni che miravano ad isolar gli alleati, furono costantemente rigettate. (1171) Spedì in appresso ai suoi aderenti in Italia, per tenerli a se devoti, Cristiano arcivescovo eletto di Magonza e cancelliere dell'Impero. Questo prelato guerriero attraversò la Lombardia con tanta rapidità, che non si pensò pure ad impedirne la marcia; e giunto in Toscana prese parte nelle guerre di quelle città, strettamente collegandosi con quelle del partito imperiale; ed in tal modo ottenne di formarsi colle loro milizie una ragguardevole armata dipendente da' suoi voleri.
      Intanto i Pisani ed i Genovesi continuavano a farsi un'arrabbiata guerra, e la loro discordia aveva divisa tutta la Toscana. Fino del 1169 i Genovesi avevano guadagnata Lucca al loro partito, ed in appresso contrassero pure alleanza con Siena e Pistoja e col conte Guido Guerra il più potente feudatario della Toscana203. I Pisani invece eransi collegati con Fiorenza e con Prato, ed essendosi avveduti che l'arcivescovo Cristiano, rappresentante dell'imperatore d'Occidente in Italia, stava per i loro nemici, si rivolsero a Manuele Comneno imperatore d'Oriente, che abbracciava con piacere tutte le occasioni di acquistar credito presso i Latini.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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