Essi spedirono deputati a Costantinopoli, e Manuele ne spedì a loro; ed un'alleanza onorevole e vantaggiosa alla repubblica fu il frutto delle loro pratiche. L'imperator Greco rese ai Pisani le franchigie di cui godevano ne' porti del suo impero, e si obbligò per quindici anni a pagare ogni anno alla città di Pisa cinquecento bisanti d'oro, e due tappeti di seta e quaranta bisanti ed un tappeto al suo arcivescovo204. Poteva risguardarsi il danaro come una pensione pagata da uno stato potente ad un debole, ma quella del tappeto, o stoffa di seta è una condizione più straordinaria, un tributo in apparenza umiliante per chi lo dà, glorioso per chi lo riceve; e reca sorpresa che i ministri imperiali lo accordassero. Pure gli ambasciatori greci che dimoravano in Pisa, ammessi in piena adunanza del popolo, convalidarono col loro giuramento questa nuova alleanza.
Quando Cristiano seppe che i Pisani avevano fatto questo trattato, s'indispose205 più che prima contro di loro; pure, dissimulando il suo mal contento, visitò come ambasciatore di Federico la città di Pisa, siccome quelle di Genova e di Lucca offrendo (1172) l'arbitramento del suo padrone per decidere le loro liti; ma i Pisani che dovevano aver sospetta la sua imparzialità, ricusarono l'offerta, onde l'arcivescovo adirato li pose al bando dell'Impero, spogliandoli in pari tempo del diritto di battere danaro e della sovranità dell'isola di Sardegna.
(1178) In luglio del susseguente anno, Cristiano finse di voler ristabilire la concordia tra le comuni toscane, onde levò il bando pubblicato contro di Pisa, ed essendosi portato in questa città, stabilì avanti al di lei parlamento, ed alla presenza dei consoli delle città rivali, i preliminari di una pace, della quale fece giurare l'osservanza a tutti i consoli presenti.
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