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      La medesima notte trasportò il campo sulla prima montagna del Piceno, di dove, dopo poche ore di riposo, si rimise in cammino per entrare nel ducato di Spoleti. I Veneziani, vedendosi abbandonati dall'armata di terra, s'allontanarono dalla liberata città, i di cui cittadini, soccorsi dai loro fedeli alleati, approfittarono di quel subito terrore ch'erasi impadronito dei loro nemici, per introdurre in città tanta quantità di viveri che non avessero ad essere affamati da più lungo assedio. Guglielmo Marchesella lasciò presto Ancona per recarsi a Costantinopoli, ove da Manuele Comneno fu magnificamente ricevuto217 e splendidamente regalato per i soccorsi dati ai suoi protetti218.
      In quest'anno finalmente furono ridotti a termine i grandi apparecchi di cui occupossi Federico nella lunga sua permanenza in Germania; ed i Lombardi seppero in ottobre, che l'imperatore attraversava le Alpi con un'armata non meno potente di quelle che aveva altre volte condotte contro di loro. Dopo aver superate le Alpi della Savoja, calò in Italia dal monte Cenisio e diede alle fiamme Susa posta a piè dell'Alpi per vendicarsi dell'umiliazione che vi aveva sofferta sei anni prima quando vi passò fuggiasco. Si diresse in seguito contro d'Asti, città da lungo tempo associata alla lega lombarda219.
      I confederati preferivano all'incertezza di una battaglia generale nella quale tutte le probabilità della vittoria erano per Federico, la lentezza degli assedj in cui le truppe allemanne spossavansi e s'annoiavano.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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