A mezza quaresima l'armata alleata trovossi unita presso Piacenza, di dove si pose in cammino accompagnata da un convoglio di carri, mentre un altro convoglio di battelli rimontava le acque par raggiungerlo sulle rive del Tanaro. La domenica delle palme i confederati s'accamparono presso Tortona in distanza di sole dieci miglia dal quartier generale di Federico; il quale, avvertito del loro arrivo, e disperato221 di veder andata a vuoto un'impresa cui sembrava attaccato il suo onore e la sua potenza, scese fino al tradimento. Egli offrì agli assediati una tregua per celebrare il venerdì santo, e mentre questi riposavansi sicuri sulla santità del giuramento, fece entrare a notte non molto innoltrata i suoi soldati nella città per la mina che aveva fatto aprire222. Per buona sorte le scolte repubblicane s'accorsero del tradimento, e chiamarono all'armi i cittadini. Lo sdegno accresceva le forze degli assediati. Tutti i Tedeschi entrati in città furono uccisi o forzati di precipitarsi dai bastioni, e coloro che trovavansi nella galleria della mina soffocati dal terreno che si fece smottare. Gli Alessandrini aprirono in seguito le porte, e gettandosi furibondi sulle truppe imperiali le fugarono, ed incenerirono la torre di legno preparata per attaccare le loro fortificazioni.
Federico respinto dagli assediati, e minacciato dall'armata lombarda, non poteva più lusingarsi di ridurre Alessandria in suo potere; onde la susseguente notte fece metter fuoco al suo campo, ed il giorno di Pasqua s'avviò verso Pavia.
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