Federico stesso che combatteva nella prima linea fu rovesciato da cavallo, e posta in fuga la colonna da lui comandata ed inseguita dai Lombardi per lo spazio d'otto miglia. I fuggiaschi che non caddero sotto le loro spade, dovettero precipitarsi nel Ticino, o rendersi prigionieri. Quasi tutti i Comaschi perirono sul campo, o perdettero la libertà per essere contro di loro più vivo l'odio de' Lombardi, che li risguardavano quali traditori della causa comune. Tutte le più ricche spoglie del campo rimasero ai vincitori, i quali per colmo della loro gloria seppero ben tosto, che Federico non trovavasi coi soldati fuggiaschi, che i suoi fedeli avevano cercata in vano la sua persona o il suo cadavere, e che l'imperatrice rimasta a Pavia, omai più non dubitando della di lui perdita, aveva vestito il corrotto228.
Ma Federico non era stato ucciso nella battaglia di Legnano, come supponevasi, e dopo pochi giorni ricomparve a Pavia, solo, avvilito, diviso da quella florida armata con cui credeva di soggiogare l'Italia, e che ora valicava disordinata le Alpi per salvarsi dal ferro italiano. Abbandonato sul campo di battaglia tra i suoi nemici, sottraendosi alle loro ricerche, ottenne dopo molti stenti di ricoverarsi nella sola città ancora fedele.
Erano già decorsi ventidue anni da che questo monarca aveva la prima volta devastato il territorio milanese, e, durante questo lungo intervallo, aveva successivamente condotte o chiamate in Italia sette formidabili armate dal fondo della Germania229. Per lo meno un mezzo milione d'uomini aveva prese le armi a suo favore e sparsi torrenti di sangue; ma dopo vittorie più strepitose che utili terminò coll'essere disfatto in distanza di poche miglia dal luogo in cui ottenne le prime vittorie.
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