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      Si può vederne la prova nell'apertura delle conferenze. I repubblicani non ardivano negare gli antichi diritti dell'Impero; ed erano contenuti da un natural rispetto verso le persone e verso le leggi, che loro vietavano di segnare i confini dell'autorità di colui contro il quale avevano però osato di combattere e di sconfiggerlo. Quando Federico cessò d'essere il loro nemico, fu ancora il loro monarca. Aveva in ogni città dei partigiani e specialmente tra i gentiluomini, che dichiaravansi i protettori delle prerogative imperiali; e la vanità, l'ambizione, l'avarizia non erano pienamente soddisfatte che coi favori della corte. I partigiani di Federico adoperavansi destramente per risvegliare fra i popoli le sopite gelosie che in addietro dividevano le città, onde staccare alcune comuni dalla confederazione.
      I Cremonesi furono i primi a sciogliersi da quel legame che aveva salvata la Lombardia. Erano stati in ogni tempo nemici dei Milanesi, ed alleati dei Pavesi: arbitrarie vessazioni gli avevano staccati dal partito imperiale, ed uniti alla lega, ma col tempo indebolitasi la memoria delle ricevute offese, il loro odio si spense: all'epoca dell'assedio d'Alessandria i Cremonesi erano già stati notati di poco zelo. Federico offerse loro la riconferma dei loro privilegi, di non prender parte all'elezione de' consoli e di accordar loro parzialmente tutto ciò che i confederati chiedevano per tutte le città, a condizione che ritornassero all'antico partito, fidandosi al loro protettore, al loro amico che loro stendeva le braccia231.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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