I Cremonesi accettarono le offerte di Federico e soscrissero un atto d'alleanza, che il loro storico Campi estrasse dagli archivj della città. Dichiararono subito ai Lombardi che rinunciavano alla federazione, essendo garantiti dal loro nuovo alleato di essere potentemente soccorsi qualunque volta la lega tentasse di punire la loro mala fede. I Tortonesi ne seguirono l'esempio; onde le altre città ed il papa se ne sdegnarono e temettero a ragione che potesse avere le più triste conseguenze.
(1177) Intanto il papa erasi imbarcato sulle galere del re di Sicilia coll'arcivescovo di Salerno e col conte d'Andria che questo monarca spediva in qualità di ambasciatori al congresso232. La tempesta gli spinse sulle coste della Dalmazia a Zara233, città non ancora visitata da verun papa, per cui non isbarcarono a Venezia che il giorno 24 di marzo. Il papa fu alloggiato nel monastero di san Nicolò del Lido. Benchè non a Venezia, ma in Bologna dovesse tenersi il congresso, ciò null'ostante quando l'imperatore, che trovandosi a Cesena, seppe l'arrivo del papa a Venezia, gli rimandò i medesimi commissarj, che avevano già trattato con lui, ad oggetto di fargli sentire come avendo Cristiano arcivescovo di Magonza suo arcicancelliere fatta una sanguinosa guerra ai Bolognesi, non potrebbe fermarsi in quelle città per i maneggi di pace, senza risvegliare la loro animosità contro di lui.
La scelta del luogo in cui si aprirebbero le conferenze, era difficile e diede argomento a lunghe discussioni. I Lombardi offerivano l'alternativa tra Bologna, Piacenza, Ferrara e Padova, tutte città della lega, e perciò sospette agl'imperiali.
| |
Cremonesi Federico Campi Lombardi Tortonesi Sicilia Salerno Andria Dalmazia Zara Venezia Nicolò Lido Venezia Bologna Cesena Venezia Cristiano Magonza Bolognesi Lombardi Bologna Piacenza Ferrara Padova
|