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      I Tedeschi invece proponevano Pavia o Ravenna per lo stesso titolo di parzialità sospette ai Lombardi, perchè la prima era sempre stata loro nemica, e l'altra aveva di fresco rinunciato alla lega per fare separatamente la pace coll'imperatore. Finalmente fu proposta Venezia i di cui interessi erano affatto separati da quelli della lega lombarda. Vero è che da principio aveva presa parte alla confederazione, e in appresso, senz'essersi formalmente rappacificata coll'imperatore, aveva di concerto colle truppe imperiali spedita una flotta all'assedio d'Ancona. Poteva perciò risguardarsi come naturale, onde i Lombardi furono contenti di aprirvi le conferenze coi deputati imperiali, a condizione per altro che il doge ed il popolo di Venezia prometterebbero con giuramento di non ricevere nella loro città l'imperatore avanti che fosse segnata la pace. Temevasi che assistendo questo principe ad una dieta, rispetto alle persone che la componevano, rassomigliante a quella di Roncaglia, vi ricuperasse colla sua presenza tutte le prerogative ch'egli si era colà usurpate; e che in cambio di ricever la legge, terminasse col darla egli all'assemblea234.
      Il congresso s'aprì dunque in Venezia verso la metà di maggio. I principi tedeschi, i principali prelati di Lombardia, i rettori delle città, i marchesi ed i conti si radunarono in presenza del popolo. I confederati vollero che s'incominciassero le trattative colla difficile quistione dei diritti signorili controversi tra le città ed il monarca.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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