Guglielmo II e Federico, Tancredi e suo figlio Ruggiero, Sibilla vedova del primo, Guglielmo III fratello del secondo; Enrico IV e Costanza; Lucio III, Urbano III, Gregorio VIII, Clemente III, Celestino III, si mostrarono un istante per ricadere in una perpetua oscurità. Il dodicesimo secolo pareva che, terminando, strascinasse con se tutti i nomi che gli appartenevano, per non lasciare al nuovo che personaggi nuovi.
Quest'epoca novella ricevette il suo carattere dall'interregno dell'Impero con cui incominciò: allora fu che le fazioni impiegarono tutta la loro energia; che i nomi dei Guelfi e dei Ghibellini diventarono motivi di proscrizione; che le città toscane fin allora subordinate all'Impero posero i fondamenti della loro libertà, riunendosi al partito della Chiesa; e che molte di quelle della Lombardia e della Marca Trivigiana, abbracciando l'opposto, caddero la prima volta sotto il giogo d'alcuni piccoli ma feroci tiranni.
Dobbiamo perciò chiedere l'indulgenza del leggitore intorno ad aride ricerche e la sua attenzione sopra fatti complicati che mal si legano gli uni cogli altri, e che non ci furono tramandati con sufficienti particolarità per interessarci; ma che non pertanto è necessario di conoscere, perchè spiegano le rivoluzioni cui diedero origine nel susseguente secolo.
La storia della casa di Svevia e dei diritti ch'ella acquistò sul regno delle due Sicilie trovasi essenzialmente legata ai destini di tutte le repubbliche italiane, perchè alcune atterrite da tanta grandezza diventarono implacabili nemiche degl'imperatori, mentre le altre, memori de' ricevuti beneficj, consacrarono i loro tesori, le armi, i cittadini in difesa del vacillante trono dei monarchi di Germania e di Sicilia.
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