Qualunque si fosse la debolezza e la dissoluzione del regno sul quale la casa di Svevia acquistava nuovi diritti, Federico ed i suoi successori rinunciarono, per conquistare la Sicilia, ai progetti che il primo aveva formati contro la libertà della Lombardia, e resero perciò la pace alle repubbliche. Di fatti in luogo di alimentare le discordie tra le città, come praticò fin allora, e di sostenere i più deboli contro i potenti, l'imperatore s'adoperava adesso per riunirli onde valersi delle loro forze quando riclamerebbe l'eredità di sua nuora Costanza. E siccome i suoi sforzi per conservar la pace tra le città lombarde erano sinceri, così furono sempre coronati da prospero successo. L'opera di Federico fu potentemente assecondata dalle prediche della religione e dalla profonda impressione che fece sopra tutta l'Europa un avvenimento risguardato dai cristiani come una generale calamità.
Il nuovo regno latino di Gerusalemme aveva nello spazio d'ottant'anni toccati gli estremi della forza e della debolezza. Fondato dalle più potenti armate che militassero giammai sotto lo stesso stendardo, era stato in seguito abbandonato quasi senza difesa alla gelosia ed alla vendetta degli Asiatici che lo circondavano. Talvolta poteva opporgli i formidabili ausiliari che arrivavano dall'Europa; ma ridotto non di rado alle sole sue deboli forze, non poteva riunire che pochi soldati, e questi ancora segreti nemici gli uni degli altri a cagione della diversa loro origine, snervati dal clima e dalle delizie dell'Asia, ed indisciplinati in forza di quelle stesse leggi che avevano portate dall'Europa267. I crociati trapiantando in Siria il sistema feudale, ne avevano conservata l'insubordinazione, e perduta l'energia.
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