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      I più valorosi soldati delle armate nemiche presero la croce, e giurarono di militare assieme. Una sola città diede due mila soldati per questa santa impresa; e perchè gli uomini più caldi ed impetuosi furono i primi ad arrolarsi per la guerra sacra, la loro lontananza riuscì, non v'ha dubbio, utilissima alla tranquillità della loro patria. Due repubbliche rivali, che seppero soltanto per brevissimo tempo comprimere l'odio nazionale, s'incaricarono in ispecial modo di predicar la pace ai cristiani. Furon queste Genova e Pisa, le di cui milizie per un fortunato accidente trovandosi riunite sotto gli stendardi del giovane Corradino marchese di Monferrato, salvarono la città di Tiro nell'istante che Saladino era in procinto d'assediarla con una potente armata271. I Pisani sconfissero due volte la flotta musulmana, ed i Genovesi trasportarono gli ambasciatori mandati da Corrado a tutti i sovrani per implorare i loro soccorsi: e se alcuni porti di Terra santa rimasero aperti ai Cristiani, ne andarono soltanto debitori alla potente assistenza di queste due repubbliche.
      Clemente III, che del 1188 succedeva a Gregorio VIII, morto dopo due mesi di papato, spedì nuovi deputati a tutti i potentati con prospero successo. I Veneziani ed il re d'Ungheria, che disputavansi la Dalmazia, fecero la pace, come ancora i re di Francia e d'Inghilterra, che ambedue promisero di andare in Oriente alla testa de' loro sudditi. Per ultimo due deputati del pontefice si presentarono alla dieta di Germania preseduta da Federico a Magonza272, e seppero coi loro sermoni toccare in modo gli uditori, che lo stesso vecchio monarca prese la croce con suo figliuolo Federico, consacrando al servizio di Dio gli ultimi anni d'una vita lungo tempo agitata dall'ambizione, ma resa gloriosa dal suo valore e dai militari talenti.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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