Tisolino volle, prima di conchiudere tali nozze, avere l'assenso dell'amico e del suocero Ezzelino; il quale trovando che questo accasamento utilissimo sarebbe al proprio figliuolo Ezzelino II, senza lasciar travedere il suo pensamento al genero, si addirizzò segretamente ai tutori della donzella, che vinti dall'oro, rotta ogni trattativa con Tisolino, l'accordarono al signore da Romano; il quale la fece onorevolmente tradurre nel suo castello di Bassano e la maritò al figliuolo.
Questo tradimento eccitò la più viva indignazione nella famiglia di Campo Sampiero, che giurò di farne vendetta, nè dovette lungo tempo aspettarne l'opportunità. Alcuni mesi dopo il suo matrimonio, la sposa d'Ezzelino recavasi a vedere i suoi poderi nello stato di Padova oltre la Brenta con un accompagnamento più magnifico che forte. Gherardo figliuolo di Tisolino che doveva essere suo sposo e che invece era diventato suo nipote, postosi in agguato presso al castello di s. Andrea, la tolse alle sue genti e la disonorò. Cecilia, tornata a Bassano, non celò al marito la sua sventura; perchè ripudiata, passò in seguito a seconde nozze con un nobile veneziano298. Ma le due famiglie, irritate dai vicendevoli insulti, giuraronsi un odio che si propagò di padre in figlio e che non s'estinse che col sangue.
Erasi intanto accresciuta la potenza d'Ezzelino II e per questo matrimonio e per l'altro contratto dopo il divorzio. Alleato delle repubbliche di Verona e di Padova, ebbe in breve bisogno dei loro soccorsi; perciocchè essendo stato del 1194 nominato podestà di Vicenza uno de' suoi nemici, questi lo fece esiliare con tutta la sua famiglia e tutti i suoi partigiani indicati col nome di Vivario.
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