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      Il papa non avrebbe ottenuto di ridurre sotto la sua dipendenza immediata le città della Toscana: vero è che fino allora ubbidirono sempre agl'imperatori, ma conoscevano troppo le proprie forze per non cambiare il presente loro stato con verun altro, quando non si trattasse di passare a quello di repubblica. Ciò conoscendo il papa, addirizzandosi loro, dichiarossi il protettore della loro libertà; e lungi dal riclamare sulle città principali i diritti della contessa Matilde, il di cui solo nome avrebbe risvegliata la loro gelosia, si limitò a chiedere la loro assistenza come amiche della religione ugualmente che della libertà, e protettrici della Chiesa. Di così dilicato negoziato incaricò Pandolfo e Bernardo.
      Questi cardinali s'addirizzarono prima alle città di Fiorenza, Lucca e Siena, poi al vescovo di Volterra, allora signore temporale di quella città, ed agli abitanti di Prato e di Samminiato. Loro rappresentarono che la morte dell'imperatore gli aveva sciolti da ogni obbligazione verso l'Impero324, e che avrebbero mancato alla propria saviezza, se non approfittavano del presente interregno per impedire che un nuovo imperatore, strascinandole in nuove liti colla Chiesa, non compromettesse la loro coscienza, e non mettesse in opposizione i loro doveri verso gli uomini con i loro doveri verso Dio. Sotto il regno d'Enrico VI, le città toscane avevano avuto cagione di lagnarsi dell'accrescimento delle imposte e delle concussioni de' suoi ministri tedeschi; onde acconsentirono di formare un'assemblea dei loro deputati a san Ginnasio, borgata posta alle falde del monte di Samminiato; ove cedendo agli stimoli dei due cardinali, s'associarono alla lega toscana o guelfa, che si rinnovò poi tra di loro un mezzo secolo dopo325. Obbligavansi gli alleati di non riconoscere imperatore, re, principe, duca, o marchese, senza l'espressa e speciale approvazione della Chiesa romana: promettevano inoltre la vicendevole difesa e la difesa della santa sede qualunque volta ne venissero richiesti; e di più impegnavansi di darle ajuto perchè potesse riprendere tutte le parti del suo patrimonio e tutti i paesi sui quali credesse avere delle ragioni, tranne quelli che trovavansi di presente occupati da qualcuno degli alleati.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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