Dal canto suo non trovò Innocenzo nella lega guelfa di Toscana tutto quell'appoggio che ne sperava, ma fu invece soccorso dai Genovesi, dai Pavesi, dai Cremonesi e dal marchese di Monferrato; ma più che in tutt'altro sperava in Federico II, di cui non aveva accettata la tutela che per avere in mano un principe da opporre qualunque volta lo credesse agl'imperatori che avrebbero la sventura di spiacergli per la troppo loro potenza, senza aver bisogno di prendersi cura de' suoi reali interessi. In quest'anno medesimo trattò un matrimonio tra questo giovane re, e Costanza figliuola del re d'Arragona, assicurandone in tal modo l'alleanza360; entrò poi in trattative con Filippo re di Francia, e con altri signori tedeschi per fare eleggere imperatore Federico, rappresentandoglielo come ingiustamente spogliato de' suoi diritti.
Informato Ottone di queste pratiche, pensò che il nemico da abbattere prima d'ogni altro era Federico, il quale già disponevasi a disputargli la corona. Gli dichiarava perciò la guerra ed invadeva il regno di Napoli, ove incontrava pochissima resistenza. Monte Cassino, Capoa, Salerno, Napoli gli s'arresero ben tosto; e, malgrado le scomuniche del papa, non perdette alcuno de' suoi partigiani361. Le cose di Ottone procedevano con tanta prosperità, che poteva sperare di balzare in breve dal trono il giovane Federico, che dai soldati era chiamato il re dei preti; quando le notizie d'una generale sommossa in Germania l'obbligarono ad abbandonare l'Italia. Siffredo, arcivescovo di Magonza, aveva pubblicato contro l'imperatore una bolla di scomunica, dichiarandolo decaduto dalla dignità imperiale.
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