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      Innocenzo acconsentì a questa crociata motivata da sola cieca e crudele voglia di persecuzione383. Ma la più vergognosa macchia che disonori la memoria di questo pontefice, è l'istituzione dell'inquisizione, e la sanguinaria predicazione dei monaci di S. Domenico per la più atroce delle crociate, quella contro gli sventurati Albigesi384.
      A me non s'apparterrebbe il parlare della venuta in Europa de' Pauliciani385, setta di Manichei, che scacciati dall'Asia dalle persecuzioni degl'imperatori d'Oriente e trapiantatisi nelle vicinanze del monte Haemus, s'avanzarono lentamente verso l'Occidente, e sparsero tra i Latini i primi semi della riforma; ma perchè questi settarj, cui Raimondo, conte di Tolosa, accordò ricovero in Linguadocca presso Albi, s'andarono moltiplicando ancora in Italia, ov'ebbero il nome di Paterini, non sarà inutile il dirne alcuna cosa386.
      I persecutori dei Pauliciani e degli Albigesi sostennero costantemente che il fondamento della loro dottrina era il domma dei due principj, che in ogni tempo ebbe partigiani moltissimi in Oriente; nè sembra affatto straniero alla religione de' giudei, nè a quella dei cattolici387. I difensori degli Albigesi e sopra tutto i riformatori negarono che i Pauliciani professassero mai questo domma, ma sarebbe forse assai difficile lo scolparli da tale errore. I cattolici loro contemporanei, parlando della loro dottrina, mostrano una troppo raffinata filosofia orientale, perchè possa credersi inventata da Pietro Valiserniense o da san Domenico.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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