Se la prima di queste guerre religiose richiamò a se un istante la nostra attenzione, soltanto perchè Innocenzo III l'adoperò come stromento per istabilire la sua monarchia temporale, e quel potere de' papi che doveva alternativamente appoggiare le repubbliche ed opprimerle; la seconda appartiene assai più, e direi quasi essenzialmente alla nostra storia, poichè l'acquisto di Costantinopoli non fu meno l'opera di Venezia, che degli altri Latini assieme riuniti; e mentre questa fiera signora dell'Adriatico attaccava i Greci, Pisa li difendeva, e finalmente le tre repubbliche marittime d'Italia ebbero parte nella divisione dell'impero d'Oriente.
Ma questa spedizione di tanta importanza è stata già descritta da tutti gli storici delle crociate, e da tutti quelli di Costantinopoli; e ciò che più monta, da Gibbon408: e dopo che questo ammirabile scrittore ha presentato drammaticamente, ma con tutta verità e con profonda erudizione, il quadro di un'epoca della storia, difficile riesce, senza dubbio, il richiamare sugli stessi avvenimenti l'attenzione del lettore. Ciò null'ostante ho seguito l'esempio di Gibbon, attingendo, com'egli ha fatto, agli scrittori originali, e non copiandoli: e la conquista di Costantinopoli considerata sotto i rapporti che la legano alla storia veneziana, si mostrerà in parte sotto un punto di veduta affatto nuovo.
Dopo la fondazione di Costantinopoli il governo di questa capitale e del suo impero era sempre stato puramente dispotico e non monarchico, secondo il liberale significato dato dalle moderne nazioni a questo vocabolo.
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