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      Giammai veruno spirito di libertà, o nazionale o di corpo, aveva per un solo istante fatto ostacolo ai criminosi arbitrj del poter reale, nè pensato forse che si potesse tener in bilico il solo onnipotente volere del governo. Abbiamo già osservato come gl'Italiani, dopo avere scosso un'eguale potere, avevano fatto acquisto di nobili e generose idee; mentre ai tempi d'Innocenzo III, un governo invariabile, sempre regolare ed apparentemente incivilito esercitava già da otto secoli l'uniforme sua influenza sui Greci. Il despotismo degl'imperatori di Costantinopoli, sempre intero e sempre favorito da tutte le circostanze, è una compiuta incontrastabile prova dei naturali e necessarj effetti del più pessimo governo.
      Infatti potrebbersi impugnare gli esempj delle torbide dinastie fondate colla forza delle armi, perchè la violenza della loro origine trae sempre seco un'eguale violenza, che l'accompagna finchè dura; perchè i soldati che fecero il loro monarca possono ancora disfarlo; e perchè finalmente la sovranità confidata una volta alla forza brutale, non può giammai impiegarsi con discernimento al comune beneficio. L'autorità di Cesare in Roma fu tutta militare; ma Costantino trasportando la sede dell'impero nella sua nuova città, tolse lo scettro di mano ai soldati; il despotismo greco fu una costituzione civile; e quando la corona fu trasferita dall'una all'altra famiglia, lo fu per gl'intrighi del palazzo, e non col mezzo de' clamori e dell'ammutinamento delle armate.
      Potrebbesi pure impugnare l'esperienza d'una nazione barbara ed ignorante, che giammai non avesse riflettuto intorno allo scopo delle civili società, ed il di cui capo non avesse mai pensato che il suo interesse è legato a quello del popolo.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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