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      Ma i Bizantini avevano raccolta la sapienza di tutto l'universo, l'immensa eredità della esperienza di tutte le antiche repubbliche, di tutte le antiche monarchie. Erano tra le loro mani i libri di tutti i filosofi greci e romani, e quelli delle più moderne scuole apertesi ai tempi di Adriano e degli Antonini, colle memorie delle dinastie dell'Asia e dell'Egitto, ch'ebbero regno nelle stesse province del loro impero. Giammai altri despoti montarono sul trono con maggiore facilità di riunire una più grande quantità di lumi.
      Nè tutte queste cognizioni pratiche andarono neglette o perdute; il dispotismo greco, per mezzo di felici e rare circostanze, si trovò al possesso di un bel sistema di giustizia, di un bel sistema d'imposizioni, i quali risparmiarono ai sudditi dell'impero molte private sofferenze. La giurisprudenza di Giustiniano è forse, fino a' nostri giorni, la più equa e meglio ordinata legislazione. Il sistema delle imposte stendevasi a tutti i ranghi, ad ogni genere di ricchezze, e procurava allo stato le maggiori entrate possibili, proporzionatamente alle somme che pagavansi dai sudditi.
      Niun governo può esistere indipendente dalle circostanze esteriori o accidentali della nazione, ed i partigiani del despotismo potrebbero confutare le conclusioni che si deducessero contro di loro coll'esempio dell'impero greco, se questo impero fosse stato così vasto da non permettere alcun legame tra i suoi abitanti, ristretto in modo di non avere bastanti forze per difendersi; se fosse stato circondato da troppo bellicose o troppo potenti nazioni per poter loro resistere; se i cittadini avessero affatto perduto ogni carattere militare; se fossero stati poveri in modo di non poter pagare le imposte; finalmente se una nazionale inimicizia gli avesse alienati dal loro proprio governo.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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