I Veneziani troppo fidando al proprio coraggio, non dissimulavano il loro disprezzo per la viltà greca, e vendicavansi colle armi alla mano de' più leggeri insulti che loro fossero fatti.
Dopo l'assedio di Corcira, nel quale i Greci ed i Veneziani avevano combattuto assieme sotto gli stessi stendardi, Manuele Comneno fu costretto di calmare la subita collera degli ultimi con umilianti sommissioni412. Ciò era accaduto del 1152, ma nel 1169 lo stesso imperatore, irritato senza dubbio da recenti offese, li fece tutti imprigionare nel medesimo giorno, assicurandosi delle loro proprietà in tutti i porti de' suoi stati. Non furono tardi i Veneziani a vendicarsene, devastando con una flotta di cinquanta galee l'Eubea, Chio ed altre isole, e forzando l'imperatore a domandare la pace, ed a promettere in compenso de' beni confiscati che non poteva restituire, il pagamento di ragguardevole somma. Una grande popolazione umiliata da un pugno di gente non può non sentire per questi valorosi un odio eguale al terrore che la comprese. Quantunque i Veneziani, stabiliti a Costantinopoli ed in tutto l'Impero, avessero stretti legami di famiglia coi Greci, e sembrassero diventati loro concittadini, il solo loro nome li rendeva in faccia al popolo un oggetto di odio; talchè ogni rivoluzione di corte, ogni sedizione popolare, poteva essere il segno d'un massacro. Quando Andronico, l'anno 1183, cacciò dal trono Alessio Comneno, figliuolo di Manuele413, i Veneziani furono attaccati all'impensata, saccheggiati e costretti a salvarsi colla fuga: del 1187 sotto il regno d'Isacco Angelo414 furono nuovamente attaccati; e da quest'epoca fino al 1201 gl'insulti del popolo e le violenti esazioni degli ufficiali del governo moltiplicarono ogni giorno i titoli di malcontento e l'odio reciproco delle due nazioni.
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