Uno di loro, Goffredo di Villehardovin, maresciallo di Champagne, lasciò scritta in vecchio francese una relazione di quest'ambasceria e di tutta la spedizione; eccone il racconto418:
«Il doge, poi ch'ebbe riuniti i suoi concittadini, disse loro, che ascoltassero la messa dello Spirito Santo, e pregassero Dio a consigliarli sull'inchiesta loro fatta dai messaggieri; e ciò fecero assai di buon grado. Finita la messa, il doge invitò i messaggieri affinchè pregassero il popolo umilmente ad approvare questa convenzione. Vennero i messaggieri alla chiesa, e furono curiosamente osservati assai da molta gente che prima non gli avevano così veduti. Goffredo di Villehardovin prese a parlare, com'era concertato ed assentito dagli altri messaggieri, e disse: Signori, i più alti e potenti baroni di Francia ne spedirono a voi; essi vi chiedono mercè: abbiate compassione di Gerusalemme caduta in servitù de' Turchi; e vogliate in onore di Dio accompagnarli, e vendicare la vergogna di Gesù Cristo. Essi fecero scelta di voi, perchè sanno che verun altro popolo marittimo è potente come voi ed il vostro popolo: c'imposero di gettarci ai vostri piedi, e di non rialzarci che allorquando avrete determinato d'avere pietà di Terra santa oltre mare. - Intanto i sei messaggieri inginocchiavansi ai loro piedi piangendo; ed il doge e tutti gli altri gridarono ad una voce, stendendoci le mani: noi l'approviamo, noi l'approviamo419.
«Nel susseguente anno i crociati ottennero da Innocenzo III l'approvazione di questa convenzione fatta coi Veneziani420; ma mentre la repubblica soddisfece dal canto suo scrupolosamente agli obblighi suoi, molti de' crociati vi mancarono vergognosamente.
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