Tostochè i Greci armati ed a cavallo sulla riva se li videro vicini445, benchè di numero superiori assai, fuggirono a briglia sciolta, senza abbassare la lancia, di modo che i Latini non incontrarono più difficoltà per fare scendere a terra i loro cavalli.
La testa della catena che chiudeva il porto, era difesa dalla torre di Galata446, di cui i Latini intrapresero l'assedio. Nella vegnente notte i Greci fecero una sortita per sorprendere gli assedianti; ma coll'ordinaria loro viltà si posero in fuga tostochè i Latini dieder mano alle armi: alcuni s'annegarono volendo gettarsi nelle loro barche, altri rincularono con tanto precipizio nella torre di Galata, che non si avvisarono di chiudere le porte, e la fortezza fu presa da coloro che gl'inseguivano. La catena venne rotta all'istante, e la flotta veneziana entrò trionfante in porto. Alcune delle galee greche che vi si erano poste in sicuro furono prese; altre si mandarono a picco sulla riva opposta a Costantinopoli, ove i marinai le abbandonarono e si diedero alla fuga.
Alla estremità del porto due fiumi, il Barbisse ed il Cidaro, riuniti in un solo letto, passano sotto un ponte detto Pietra forata, che poteva essere lungo tempo difeso; i Greci lo tagliarono, non lasciando sull'opposta riva alcuna guardia. Per accostarsi dalla banda di terra alle mura delle città, l'armata doveva fare un giro del golfo, ed attraversare il ponte. S'impiegò un giorno ed una notte a rifare il ponte, e grandissima fu la maraviglia de' crociati nel vedere che niuno veniva ad impedirne il lavoro; ben sapendo che ad ogni crociato la città poteva opporre venti uomini abili alle armi447. Rifatto il ponte, i crociati vennero ad accamparsi in faccia al palazzo di Blancherna.
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