Si confiscarono i beni dei partigiani dell'ultimo imperatore; l'imperatrice Eufrosina sua moglie, ch'egli, fuggendo, aveva dimenticata in palazzo, fu spogliata; si spogliarono le chiese e le stesse immagini de' santi delle argenterie458; ma a fronte di questi sacrilegi che rivoltavano il popolo, l'argento raccolto non bastava per soddisfare i Latini. Pure si fece un primo pagamento, ed i baroni diedero ad ogni soldato crociato quanto aveva sborsato pel suo passaggio.
L'insubordinazione de' Latini era un secondo motivo di odio ancora più potente che le estorsioni cagionate dalla loro avarizia. I Pisani, per l'intromessione del giovane Alessio, eransi riconciliati coi Veneziani, ed i Fiamminghi, altro popolo commerciante, strinsero più intrinseca amicizia coi cittadini delle due città. Unendo uno spirito di mercantile gelosia ai loro pregiudizj religiosi, risolsero insieme di saccheggiare il quartiere de' Saraceni in Costantinopoli, e discacciare questi mercadanti infedeli da una città che volevano intieramente sottomettere alla Chiesa. Attraversarono lo stretto senza difficoltà, non essendovi guardia che avesse ordine d'impedirlo, ed attaccarono improvvisamente i Saraceni, che, malgrado la sorpresa, si difesero valorosamente, assistiti dai Greci delle vicine contrade. Per forzarli a cedere, i Fiamminghi posero fuoco alle case più vicine459, e ben tosto un secondo incendio più terribile del primo divorò un terzo della città, attraversandola da un mare all'altro. Otto giorni le fiamme si andarono dilatando, occupando talvolta quasi un miglio di larghezza.
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