Voi avete ben inteso quanto v'abbiamo detto, e voi vi consiglierete come vi piacerà463.»
Dopo tale sfida che parve ai Greci il colmo dell'audacia, i sei messaggieri saltarono sui loro cavalli e sortirono dalla città, senz'essere fermati, quantunque poco mancasse che non venissero massacrati dal popolo. Dopo ciò accaddero varie scaramucce tra le due nazioni; i Greci tentarono invano di metter fuoco alla flotta latina, spingendole in mezzo diciassette navi incendiarie, che furono allontanate dal coraggio e dalla destrezza de' marinaj veneziani.
Una guerra di scaramucce facevasi non pertanto quasi contro la volontà dei due imperatori, che temevano i Latini, e cercavano di mitigarne il malcontento. Alcune bande di cittadini andavano a battersi coi crociati, ma senza capo, o senza che la corte permettesse che verun personaggio di riguardo vi prendesse parte. Il solo Alessio duca, di soprannome Mourzoufle, che aveva sposata una figlia del vecchio Alessio Angelo, e ch'era decorato della dignità di protovestiario, eccitava i cittadini a vendicare il vilipeso onor greco, e mettevasi alla loro testa. In un incontro sulle rive del Balbissè, e presso al ponte di pietra forata, di cui voleva vietarne il passaggio ai Latini, diede prove di grandissimo valore, e corse pericolo d'essere fatto prigioniero. Il confronto della sua condotta con quella dei due imperatori riscaldava sempre più contro di loro lo sdegno del popolo. Il figlio, malgrado le offese de' Latini, mostravasi ancora ligio ai medesimi, e veniva accusato di volere introdurre in palazzo le loro truppe.
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