Il ritratto di Mourzoufle non fu fatto che dai suoi nemici. Egli spogliò lo storico Niceta della carica di grande logotheta per darla ad un suo parente. Villehardovin divise le passioni dei crociati che si eressero in vendicatori dei detronizzati imperatori; e Baldovino, nella sua lettera ad Innocenzo III, ingrandisce i delitti dell'usurpatore per giustificarsi d'averlo spogliato. Ad ogni modo Mourzoufle mostrò nella sua breve e penosa amministrazione più talenti ed energia de' suoi predecessori. Per rifare il tesoro, ch'egli aveva affatto spogliato, fece rendere conto dell'amministrazione loro a quelli ch'erano stati decorati della dignità di sebastocratoro, o di Cesaro, ed impiegò il danaro che ne ritrasse a far costruire degli appoggi interni alle mura, ed a guarnire le torri di gallerie di legno. Armato di sciabola466 e di mazza, risvegliava il coraggio dei soldati, conducendoli egli stesso ai combattimenti, e sorprendendo i nemici che si allontanavano dal campo per foraggiare467. Ma quella troppo avvilita nazione non era più capace, a fronte del suo esempio, di sentire patriotismo. Gli stessi parenti di Mourzoufle non sapevano perdonargli il pensiero di volerli togliere alla loro vita molle ed effeminata, i grandi lo detestavano come un soldato rozzo e mezzo barbaro, ed il popolo che mostrava d'amarlo, l'abbandonava vilmente nel pericolo. Baldovino, conte di Fiandra, erasi reso padrone di Filea sul mar nero, ov'erasi recato per procurar viveri all'armata: Mourzoufle l'attese all'uscita d'un bosco con un corpo di truppe assai superiore; ma quando i suoi soldati videro avvicinarsi i Latini, fuggirono, lasciando il loro generale quasi solo468. In questa circostanza una miracolosa immagine della Vergine che serviva di stendardo agl'imperatori, ed alla quale credevasi attaccata la salute dello stato, cadde in potere de' nemici.
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