Se dobbiamo prestar fede a Niceta, Mourzoufle cercò allora di venire a trattati; e così consigliati dal doge, i crociati offrirono la pace a condizione di pagare loro una ragguardevole taglia. Mourzoufle non accettò l'offerta, e l'improvviso attacco d'un corpo di cavalleria latina ruppe la conferenza469.
I Francesi non vollero esporsi soli ad attaccare la città dalla banda di terra, come avevan fatto nel primo assedio, conoscendo che avevano a fare con un nemico assai più attivo d'Alessio; accettarono quindi di battersi sulle galere veneziane, che si disposero nuovamente per l'assalto, collocando le scale lungo le antenne. Le due armate consumarono il rimanente dell'inverno nel prepararsi all'attacco ed alla difesa: finalmente il giovedì 8 aprile del 1104 i Latini fecer salire i cavalli sopra le palandre, che divisero in sei flottiglie, assegnandone una ad ogni battaglione francese: le galere erano poste tra i vascelli di trasporto e le palandre, e la linea di battaglia occupava quasi un mezzo miglio in faccia al quartiere che stendevasi dal palazzo di Blancherna fino al monastero d'Evergete; ed era questa la parte della città ch'era stata consumata dall'incendio. L'imperatore fece alzare il suo padiglione in mezzo alle rovine, ed aspettò l'attacco.
Il venerdì mattina la flotta attraversò il canale, e diede principio all'attacco: i vascelli s'avvicinarono tanto alle mura, che quelli che stavano sui ponti potevano ferire colle loro spade le guardie delle torri. I Latini gettaronsi sulle mura in più luoghi, ma ogni torre era superiore di forze alla galera che l'attaccava; altronde tutte le galee che formavano la linea, non essendo ugualmente avanzate, le pietre e i dardi lanciati da quelle sul di dietro riuscivano egualmente dannosi ai nemici ed agli amici, onde furono costretti a ritirarsi dopo aver perduta assai gente.
| |
Niceta Mourzoufle Francesi Alessio Latini Blancherna Evergete Latini
|