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      Bologna aveva, prima di tale epoca, ottenuto l'aggiunto di Dotta, che seppe conservare fino all'età nostra; era stata la prima città in cui si leggesse il diritto romano; la prima d'Italia ad avere una università.
      In sul finire dell'undecimo secolo, una libera società di dotti, quali almeno potevano aversi in quel tempo, avevano posto i fondamenti dell'università di Bologna503. Aprirono prima una scuola di logica e di grammatica, e poco dopo, ne' primi anni del secolo dodicesimo, Irnerio o Warnierio, aveva portate le leggi di Giustiniano, e per la prima volta preso ad interpretarle in faccia a numerosa udienza. Dopo Irnerio, altri celebri giureconsulti continuarono le stesse lezioni, e la scuola del diritto, più d'ogni altra, diede riputazione a Bologna. Fu questa scuola che gli ottenne i primi privilegi che un imperatore, Federico Barbarossa, accordasse alle lettere; ed i primi contrassegni del favore che un papa, Alessandro III, diede ad una università.
      Nel susseguente secolo, l'università di Bologna aveva acquistata maggiore considerazione: era la principale e più famosa d'Europa per il diritto civile e canonico, e tutte le altre scienze vi prosperavano; grandissimo era il numero degli scolari, famosi i professori; e la città riponeva la sua gloria nel possedimento di così rinomata università. Perciò voleva che i suoi professori giurassero di non aprire scuola in verun'altra città, e niente ometteva di quanto contribuir potesse a trattenerli presso di sè; mentre, invidiando tanta prosperità, Vicenza, Padova, Modena, Arezzo e Napoli, ove le scuole avevano incominciato più tardi, sforzavansi di togliere a Bologna i professori coll'allettamento di più ampli privilegi e generosi stipendi, onde aver parte anch'esse al rinnovamento delle lettere in Italia504. Forse i Bolognesi si rifiutarono lungo tempo dall'abbracciare le parti del papa o dell'imperatore, per non recar pregiudizio all'università; desiderando di conservare la benevolenza di tutti i governi, e riputandosi obbligati ad avere questi riguardi agli stranieri riuniti presso di loro per cagione degli studj.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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