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      Un uomo di gran lunga superiore agli altri si distinse in questa nobile carriera; fu questi fra Giovanni di Vicenza dell'ordine dei Domenicani. Diede cominciamento alle sue prediche in Bologna l'anno 1233544; e ben tosto i cittadini, i paesani delle vicine campagne, e soprattutto le persone addette alla professione delle armi, trascinati dalla sua eloquenza, unironsi intorno a lui. Portavano essi croci e bandiere in mano, disposti non solo ad ubbidire alla voce del religioso, ma ancora ad eseguirne gli ordini. In mezzo a questa folla ch'egli aveva scossa co' suoi sermoni, vedeva tutti coloro, che in Bologna nutrivano antiche nimistà, venire a deporle a' suoi piedi, e giurar pace coi loro vecchi rivali. Gli stessi magistrati presentarongli gli statuti della città perchè li riformasse come meglio credeva, togliendo tutto quanto poteva essere cagione di nuove dissensioni.
      Frate Giovanni passò in seguito a Padova precedutovi dalla sua fama. Vennero ad incontrarlo fino a Monselice i magistrati col carroccio545; e fattolo salire su questo sacro carro, l'introdussero in trionfo nella loro città, che di que' tempi era la più potente della Marca Trivigiana. Tutto il popolo, affollato nella piazza della valle, ascoltò la predica della pace, applaudì alle riconciliazioni che distrussero all'istante le passate nimistà, e fece istanza a frate Giovanni di riformare i loro statuti, ciò che praticò in tutte le città. Passò in appresso a Treviso, a Feltre, a Belluno, ed ottenne gli stessi successi; visitò i signori di Camino, di Conegliano, di Romano, di san Bonifacio; ed i signori, come le città, lo fecero arbitro delle loro contese546: le repubbliche di Vicenza, Verona, Mantova e Brescia, ove recossi successivamente, accordarongli le medesime facoltà: ovunque potè riformare gli statuti municipali, alterarli a modo suo, aggiugnendo o levando tutto quanto credeva: finalmente gli fu in ogni luogo promesso d'intervenire alla solenne assemblea dei popoli lombardi, ch'egli convocò pel giorno 28 agosto susseguente nella campagna della Paquara, in riva all'Adige, lontana tre miglia da Verona.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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