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      Niuna così nobile impresa erasi giammai tentata come quella di pacificare venti popolazioni nemiche col solo suggerimento de' sentimenti religiosi, coi soli motivi del cristianesimo, col solo impero della parola: giammai un così grande spettacolo si presentò agli occhi degli uomini547. L'intera popolazione di Verona, Mantova, Brescia, Padova e Vicenza trovavasi adunata nella campagna di Paquara, ed i cittadini di queste repubbliche avevano alla loro testa i proprj magistrati col carroccio. Gli abitanti di Treviso, Venezia, Ferrara, Modena, Reggio, Parma e Bologna vi erano altresì coi loro stendardi; i vescovi di Verona, Brescia, Mantova Bologna, Modena, Reggio, Treviso, Vicenza, Padova, il patriarca d'Aquilea, il marchese d'Este, i signori da Romano, e quelli della Venezia, vi erano intervenuti coi loro vassalli548.
      Frate Giovanni si era fatto preparare in mezzo alla pianura un pulpito altissimo, dal quale, se crediamo agli storici contemporanei, la canora sua voce, che sembrava venire dal cielo, fu miracolosamente udita da tutti gli astanti. Prese per testo le parole della Scrittura, io vi dono la mia pace, io vi lascio la mia pace; e dopo avere con una eloquenza fin allora senza esempio fatto uno spaventoso quadro dei mali della guerra; dopo avere dimostrato che lo spirito del cristianesimo era uno spirito di pace; facendo valere l'autorità della santa sede di cui era rivestito549, in nome di Dio e della Chiesa ordinò a' Lombardi di rinunciare alle loro inimicizie; dettò loro un trattato di pacificazione universale, per assicurare la quale fece sposare al marchese d'Este una figliuola d'Alberico da Romano; destinò all'eterna maledizione coloro che romperebbero questa pace; chiamò le distruggitrici pestilenze sulle loro greggia, e dannò le loro messi, i loro giardini, le loro vigne ad una perpetua sterilità550.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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