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      Non deve sempre giudicarsi del merito d'un oratore dietro l'impressione che produce nel popolo; imperciocchè assai più che l'eloquenza influiscono sulla buona riuscita le disposizioni degli uomini, e quel rapido slancio sull'immaginazione del popolo, ancora nuovo ai prestigi ed ai piaceri della parola. Nè Demostene, nè Cicerone, nè Bossuet, scossero giammai così profondamente i loro uditori, quanto i frati predicatori di san Domenico, quanto san Francesco d'Assisi e sant'Antonio da Padova. Le repentine conversioni de' principali personaggi del secolo, i dotti che abbandonavano i loro studj, i principi che abdicavano il loro potere ascoltando un discorso di taluno di questi oratori religiosi, la facilità con cui le più gelose e turbolenti repubbliche rendevanli arbitri dei proprj destini, lo zelo dei soldati e de' contadini che seguivano il loro predicatore di città in città, e perfino ne' deserti, ne ricordano i favolosi effetti della poesia d'Orfeo e la magica forza della parola sui Greci, sopra una nazione troppo simile all'italiana, egualmente nuova, egualmente entusiasta, egualmente dalla natura destinata ad aprire la nuova strada della poesia e dell'eloquenza.
      Di tanti celebri oratori di questo secolo non abbiamo che i discorsi di sant'Antonio, dei quali il Tiraboschi, che era cattolico, ne parlò col rispetto da lui dovuto alle opere d'un santo di primo ordine555; pure non lasciò di osservare che questi discorsi, a fronte de' maravigliosi effetti attestati dagli storici contemporanei, non sono che un tessuto di passi scritturali e de' ss.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo II
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1819 pagine 316

   





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