Niun altro governo offre la storia, che abbia più delle aristocrazie ben costituite dato prove di maraviglioso coraggio e d'irremovibile costanza. Il senato di Sparta, quelli di Roma e di Venezia sostennero sempre l'avversa fortuna con più nobilità che non fecero mai le assemblee popolari di Atene o di Firenze. Un governo aristocratico, forse con pregiudizio del resto della nazione, giugne ad innalzare l'anima d'una classe privilegiata: ma ciò non si ottiene che assicurando a questa classe dominante tutti i vantaggi della libertà, e tutti ancora quegli affatto illusorj dell'eguaglianza, che più degli altri abbagliano l'immaginazione. Uomini che, senza regnare, possono vantare non esservi nell'umana razza un solo uomo loro superiore; uomini che al di sopra di sè medesimi non vedono che l'Essere degli Esseri, e la regola delle leggi immutabili e astratte al pari di esso; questi uomini sentono più di tutt'altri il sentimento dell'umana fierezza, e sono capaci di forza straordinaria, di grandi sagrificj, di grandi virtù. L'emulazione tra gli eguali innalza il loro spirito; nè l'obbedienza che li rende degni del comando, nè il comando che li prepara all'ubbidienza, gli avvilisce giammai.
Ma quanto possono essere grandi i nobili, tutti fra di loro eguali, d'una ben costituita aristocrazia, altrettanto piccoli sono d'ordinario i nobili della seconda classe in uno stato oligarchico. La nascita può bene dar loro un titolo al disprezzo dei loro inferiori, ma non ad essere superbi della propria indipendenza, perchè anch'essi soggetti ad altri.
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