Federico II, cedendo alle istanze di Ezelino da Romano entrò in Italia per la valle Trentina, e giunse in Verona il 16 agosto del 1286 con tre mila cavalli tedeschi. Dopo avere ingrossata la sua armata col partito de' Montecchi diretto da Ezelino, s'innoltrò al di là del Mincio. Le truppe di Cremona, Pavia, Modena e Reggio lo stavano colà aspettando. Con sì ragguardevole ajuto entrò ne' distretti di Mantova e di Brescia, che pose a fuoco ed a sangue.
La città di Padova, la più potente delle tre repubbliche guelfe della Marca Trivigiana, ed a cui era appoggiata in questo lato la sorte della lega, governavasi in allora da un monaco don Giordano, priore di san Benedetto, risguardato qual santo, e che sapeva, colle sue prediche, riscaldare il coraggio de' cittadini14: il podestà era Ramberto Ghisilieri di Bologna; come lo era di Vicenza il marchese d'Este. I due comuni formarono di concerto l'ardito progetto d'attaccare il distretto di Verona mentre Ezelino si trovava coll'imperatore: ma avvertito Federico dell'avvicinarsi della loro armata, si portò sopra Vicenza con tanta speditezza, che giunse inaspettato fino alle porte della città prima che il marchese d'Este ed i Padovani potessero darle soccorso15. I Vicentini atterriti, e trovandosi privi de' più bravi loro soldati ch'erano all'armata, posero una debole resistenza: le loro porte furono atterrate, la città saccheggiata, i cittadini incatenati senza distinzione; e lo stesso storico Gerardo Maurisio, quantunque venduto ad Ezelino ed ai Ghibellini, fu tre giorni strascinato quasi nudo per le strade dai Tedeschi che gli avevano saccheggiata la casa.
| |
Ezelino Romano Italia Trentina Verona Montecchi Ezelino Mincio Cremona Pavia Modena Reggio Mantova Brescia Padova Marca Trivigiana Giordano Benedetto Ramberto Ghisilieri Bologna Vicenza Este Verona Ezelino Federico Vicenza Este Padovani Vicentini Gerardo Maurisio Ezelino Ghibellini Tedeschi
|