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      Onde per sottrarsi ad un giogo che diventava ogni giorno sempre più insopportabile, il popolo risolse di eleggere un protettore; e Pagano della Torre, signore della Valsassina, che aveva, dopo la rotta di Cortenova, salvata parte dell'armata milanese, parve l'uomo più degno di occupare questa carica47. E per tal modo mentre il popolo attaccava i privilegi della nobiltà, non rinunciava al vantaggio che un'illustre nascita poteva dare alla sua causa, e sceglieva un nobile per tribuno della democrazia.
      Dall'altra banda i gentiluomini milanesi scelsero per loro capo un uomo straordinario, Leone di Perego, frate eloquente dell'ordine de' Francescani, che di que' tempi, secondo raccontano quasi tutti gli storici, si era da sè medesimo eletto arcivescovo, valendosi della piena facoltà che gli aveva dato il capitolo di scegliere un nuovo prelato, siccome ad uomo di provata santità ed alieno da pensieri ambiziosi48. Frate Leone da quest'epoca in poi abbracciò i pregiudizj dell'aristocrazia con quella violenza di cui era capace la sua anima di fuoco, comunicò tutta la sua energia al proprio partito, e lo sostenne in mezzo alle disgrazie colla sola forza del suo carattere.
      Indipendentemente dalle discordie civili, l'animosità delle città, le une contro le altre, bastava per tener viva la guerra in tutta la Lombardia, senza che l'imperatore vi prendesse parte. Ma i piccoli vantaggi ottenuti dai Milanesi contro i Pavesi, dai Bresciani contro i Veronesi, dai Genovesi contro i ribelli di Savona e di Albenga, d'Ezelino contro il marchese d'Este, non possono descriversi minutamente che nelle particolari storie di quelle città. Nondimeno questa piccola guerra non fu di leggier vantaggio alla parte guelfa, poichè queste contese furono cagione che si unissero alla lega lombarda i marchesi di Monferrato, del Cerreto e della Ceva, e le città di Vercelli e di Novara.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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