(1243) Finalmente il conclave, dopo lunghe deliberazioni49, si accordò a collocare sulla cattedra di san Pietro Sinibaldo del Fiesco, uno de' conti di Lavagna, cardinale di san Lorenzo in Lucina, che prese il nome d'Innocenzo IV. Benchè non si sappia qual parte avesse Sinibaldo ne' pubblici affari prima di essere eletto papa, raccontano tutti gli storici ch'egli godeva dell'intima amicizia di Federico, e che fino a tale epoca la casa de' Fieschi di Genova mostrossi attaccata al partito ghibellino: ed è quindi facil cosa che andasse in parte debitore della sua elezione ai partigiani dell'imperatore, i quali almeno festeggiarono pubblicamente tale avvenimento. Parve che Federico prendesse parte alla loro allegrezza; ma egli prevedeva troppo bene gli effetti di tanta potenza sopra un cuore ambizioso, ed è noto aver detto con dolore ai suoi confidenti: «Ho perduto uno zelante amico nel collegio de' cardinali, e lo vedo trasformato in un papa che diverrà il mio più crudele nemico50.»
Malgrado questo pronostico che non tardò a verificarsi, Federico fece ogni sforzo per pacificarsi colla Chiesa col mezzo di questo nuovo pontefice. Per felicitare Innocenzo sul di lui innalzamento al trono pontificio, e per domandare la pace, gli mandò una solenne ambasciata composta de' più illustri personaggi de' suoi stati, il suo gran-cancelliere Pietro delle Vigne, il gran maestro dell'ordine teutonico, ed Ansaldo de Mari, grande ammiraglio di Sicilia, concittadino del papa, e come lui appartenente ad una casa ghibellina.
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