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      Federico, informato a Torino dello stesso avvenimento, avvampa di collera contro il papa, e deposto con orrore il pensiero di andare a Lione per umiliarsi innanzi ad un uomo che non cessava di macchinare contro di lui, riunisce tutti i suoi partigiani delle vicine città, e fattane una piccola armata, raggiugne il figlio sulle rive del Taro, di dove si avanza fino a pochi passi dalla città78.
      La perdita di Parma gli toglieva la comunicazione colle città ghibelline dalle Alpi al suo regno di Puglia, la quale mantenevasi per Torino, Alessandria, Pavia, Cremona, Parma, Reggio, Modena e Toscana; oltrecchè Parma e Cremona gli aprivano un'altra importantissima comunicazione con Verona, gli stati d'Ezelino e la Germania. Affrettava perciò la leva di una formidabile armata e faceva avanzare a grandi giornate un corpo di Saraceni, i soli suoi sudditi non esposti all'influenza de' frati, nè al terrore delle scomuniche. Ma prima che potesse formare un'armata abbastanza forte per fare l'assedio di Parma, i Guelfi ebbero tempo di provvederla abbondantemente di truppe e di vittovaglie. Il legato del papa, Gregorio di Montelungo, vi si chiuse con mille soldati scelti di Milano, e seicento di Piacenza, ch'egli vi aveva condotti per difficili strade. Un altro rinforzo vi spediva da Mantova il conte di san Bonifacio, il quale alla testa d'un altro corpo di Mantovani entrava in pari tempo nel territorio cremonese, per guastarlo, onde sforzare i Cremonesi ad abbandonare il campo dell'imperatore per venire in soccorso della loro patria.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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